Via Quinta apprendo di questo pezzo scritto di suo pugno da Lily Allen sul Times Online che si schiera contro la pirateria musicale e contro gli artisti che la 'tollerano'.
In sintesi la cantante inglese - che non credo si possa considerare un nuovo talento od emergente (ogni giorno compare sui tabloid inglesi, come ho notato in questa settimana londinese) - replica a quegli artisti (Nick Mason dei Pink Floyd e Ed O’Brien dei Radiohead) che sulle stesse pagine del Times hanno espresso giudizi favorevoli verso il file sharing. Secondo lei i cantanti ricchi se ne fregano del p2p perchè tanto vanno in giro in Ferrari, invece la pirateria danneggia le case discografiche che tanto investono sui nuovi talenti, e in definitiva sui cantanti emergenti stessi.
Questo mi ricorda il video promozionale della FIMI postato anche su Inkiostro (dategli un'occchiata).
Una cosa condivisibile la dice "We must find new ways to help consumers to hear and buy music legally".
Per il resto anche i discografici devono capire che è cambiato il modo di fruire la musica, che la loro posizione di intermediari non ha più lo stesso peso di 20 anni fa e le band se lavorano sodo e bene hanno molti più mezzi per farsi conoscere e ottenere guadagni anche se non venderanno più cd ma biglietti dei concerti, merchandising, edizioni speciali etc.
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