Tramite il blog del prof Fuggetta ho trovato questo articolo di Chris Anderson che sintetizzo e commento.
E' noto a tutti che le vendite dei CD negli ultimi anni sono calate vistosamente (-18% confrontando i primi 9 mesi del 2007 con quelli del 2006). Di questo la case discografiche continuano a lamentarsi dando la colpa a internet e al file sharing.
Se però analizziamo le altre fonti di introiti per l'industria musicale i segni sono tutti positivi.
Concerti e merchandising +4% (prima metà 2007 rispetto al 2006).
Download legali +46% (primi tre quarti 2007 su 2006).
Suonerie +86% (nel 2006 rispetto al 2005): in Italia questo mercato è particolarmente fiorente.
Licenze per pubblicità, TV, cinema, videogame in crescita (la Warner avrebbe accresciuto le sue entrate di 20M$).
Il vinile è tonato di moda ed è in forte crescita, ma percentualmente incide poco: rappresenta il 4% delle vendite di singoli in UK (in Italia credo molto molto meno).
Bisogna però considerare oltre ai valori percentuali anche quelli assoluti. Se si condiderano i dati della RIAA fino al 2006 si vede come il calo delle vendite di supporti fisici non sia controbilanciato da quello dei formati digitali.
Infine un altro aspetto da non trascurare è il mercato dei dispositivi digitali (vedi iPod) sempre in ascesa. Su alcuni le major hanno anche delle percentuali (tipo Zune) o introiti collegati (tipo iTunes).
Quindi tanti indicatori sono positivi e se le major diversificano l'attività, passando da pure venditrici di dischi a società che curano gli artisti a 360 gradi, possono mantenere il loro giro d'affari senza lamentare perdite.
Però si devono dare una mossa. Nella situazione attuale ci perdono perchè sanno curare solo una parte del business.
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