Bell'articolo di Paolo Brini su cosa sta succedendo in Corea del Sud dopo l'introduzione della legge del cosiddetto '3 botte e via', cioè della disconnessione dalla rete di chi viene beccato per 3 volte a infrangere il copyright via web. La legge prevede inoltre il carcere per chi uploada contenuti protetti dal copyright (carcere!!).
Risulatato: i coreani scaricano come e più di prima, mentre per evitare problemi con gli upload Youtube ha chiuso i server sudcoreani. Si stima che i magistrati abbiano circa 65mila accuse di violazione della legge da gestire, cioè 65mila persone che se ritenute colpevoli andrebbero in carcere. Ma il bello è che le statistiche indicano in 8 milioni i coreani che scaricano fregandosene della legge. Mi sembra dura metterli tutti dentro.
Ecco allora che i detentori dei diritti ne pensano di nuove, per esempio imporre un filtro ai server che ospitanno contenuti o che gestiscono il p2p. Direi misura inutile bloccare i server, quando la struttura è distribuita.
Il messaggio però è che se le misure fin qui adottate sono inefficaci a contrastare la pirateria allora si deve calcare la mano. Dobbaimo aspettarci una internet gestita dalle major dove si potrà fare solo quello che dicono loro?
Siamo sempre in attesa di vedere i boss di queste multinazionali smettere di fare finta di non capire che il business è cambiato. Mi dà l'idea che siano dei finti tonti, altrimenti come si spiegano gli aumenti di ricavi come quelli di Sony Pictures che riporta il Quinta?
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