Grazie a PI leggo sul Wall Street Journal di una indagine condotta fra le radio d'oltreocenano per capire quali siano i brani più scaricati e in base alle classifiche di download stilare le playlist radiofoniche.
Il punto è che la classifica è stilata non solo contando i download legali ma anche quelli illegali!
Se infatti si parte dall'idea che i brani più ricercati in internet siano anche quelli che il pubblico è più desideroso di ascoltare in radio, allora è giusto contare tutti i download, anche quelli realizzati su reti p2p. Conoscendo i gusti del pubblico si può proporre una playlist che attiri gli ascoltatori e di conseguenza gli inserzionisti: non sono mica scemi questi.
Si ritorna un po' al post della settimana scorsa, in cui illustravo i motivi dell'utilizzao del file sharing. C'è voglia di qualcosa di nuovo, non solo quello che propongono le radio. Il p2p offre una possibilità e qualcuno si sta accorgendo di come questa tendenza non sia trascurabile.
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