mercoledì 4 maggio 2011

Clubbing is not a crime

Oggi sul sito di Dj Mag Italia, che ha tagliato il traguardo del primo anno di vita, è comparso questo articolo firmato da Angelo Colajanni che vi consiglio di leggere.
L'argomento è l'opinione pubblica italiana riguardo a clubbing e discoteche.
Colgo l'occasione per fare un commento anch'io che mi sono fatto un minimo di esperienza di club in tutta Europa, da Lisbona a Helsinki.

Sottolineo alcuni passaggi dell'articolo di cui lascio a voi la lettura integrale.

Il punto di partenza è: "il club e le persone che lo frequentano sono percepite come parte negativa della società". Asserzione abbastanza dura che condivido in parte. Avrei usato toni meno catastrofici, non mi sembra che il semplice andare in discoteca sia visto come crimine.

Più condivisibile l'affermazione che "addossare al clubbing colpe non propriamente sue è sport abbastanza diffuso in questo paese". Spesso si generalizza e parlando di alcuni episodi isolati i mass media lasciano intendere che tutti in tutti i club succedano regolarmente le stesse cose.
Non vedo come giustificazione che "accadono le stesse cose anche al di fuori della pista". Certi comportamenti andrebbero limitati ovunque. Di sicuro "non è togliendo la possibilità di frequentare certi posti che si cura la causa del malessere di alcuni". Aperti a tutti, ma ognuno faccia la sua parte.

Sono assolutamente d'accordo sul fatto che le politiche giovanili siano molto marginali nel nostro Paese e troppo spesso si penalizzano le attività di aggregazione giovanile per futili motivi (basta solo che facciano un po' di rumore).

Sottolineo infine che in Italia manca un po' la cultura del clubbing, almeno come la stessa è diffusa in altri paesi (UK in primis), così come ci sono differenze nella cultura dello sport.
Niente si fa per educare a vivere e condividere in maniera sana e rispettosa un momento di divertimento collettivo.

Per concludere non c'è dubbio che le discoteche siano spesso presentate in maniera distorta, sta anche a noi che le frequentiamo impegnarci perché questo come altri fenomeni di aggregazione giovanile siano correttamente vissuti e conosciuti.

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